Cosa sono I Corpi Civili di Pace

I Corpi Civili di Pace sono giovani volontari e volontarie italiane impegnati nella prima sperimentazione triennale di interventi civili di pace italiani.
Gli Interventi Civili di Pace si configurano come azione civile, non armata e nonviolenta di operatori professionali e volontari che, come terze parti, sostengono gli attori locali nella prevenzione e trasformazione dei conflitti. L’obiettivo degli interventi è la promozione di una pace positiva, intesa come cessazione della violenza ma anche come affermazione di diritti umani e benessere sociale.

Si impegnano a rispettare i seguenti principi etici: nonviolenza, ownership locale, terzietà nel conflitto, indipendenza, diritti umani, non discriminazione ed equità di genere, responsabilità (accountability), trasparenza e integrità.
La legge n. 147 del 2013 (Legge di stabilità 2014) ha previsto l’istituzione in via sperimentale di un contingente di corpi civili di pace destinato alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale. La sperimentazione si realizza secondo la normativa del servizio civile universale.

Quali sono le condizioni?

Tutti i nostri progetti di Corpi Civili di Pace durano 12 mesi.
É previsto un periodo iniziale di formazione generale in Italia e la possibilità di un rientro dal paese estero per una seconda fase di formazione intermedia. Il Dipartimento per le Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale provvede alla copertura per le spese di viaggio, vitto e alloggio del volontario, a cui è inoltre corrisposto un compenso mensile di 433,80 euro e un rimborso di 13 euro per ogni giornata di servizio svolto all’estero.

L’intervento dei Corpi Civili di Pace sarà realizzato in vari campi di azione:
a) sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione;
b) sostegno alle capacità operative e tecniche della società civile locale, anche tramite l’attivazione di reti tra persone, organizzazioni e istituzioni, per la risoluzione dei conflitti;
c) monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario;
d) attività umanitarie, inclusi il sostegno a profughi, sfollati e migranti, il reinserimento sociale degli ex-combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti giunti nel medesimo territorio;
e) educazione alla pace;
f) sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali, nella prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenze.
Questo modello sperimentale si propone l’obiettivo di ricercare soluzioni alternative all’uso della forza militare per la risoluzione dei conflitti.

Competenze, capacità e sensibilità particolari, che non mancheranno ai giovani che sceglieranno di impegnarsi su “nuovi fronti”, saranno anche sviluppate da una formazione mirata e qualificata, appositamente prevista dal decreto interministeriale.

Come partecipare?

Per candidarsi ad un progetto CCP è utile prendere contatto con gli Enti che realizzano questo tipo di attività ma è necessario attendere l’uscita del Bando in cui vengono indicati tutti i progetti a cui si può presentare domanda.
La domanda di partecipazione e i relativi allegati vanno inviati all’Ente secondo le modalità e la data di scadenza prevista dal bando stesso.
Successivamente si svolgerà una selezione di tutti gli aspiranti volontari che avverrà sulla base dei titoli di studio conseguiti, delle competenze ed esperienze pregresse, nonché sulle attitudini e motivazioni comprovate anche attraverso un colloquio psico-attitudinale di selezione.

I NOSTRI PROGETTI

Tutti i nostri progetti sono realizzati in coordinamento con

Gondwana Associazione di Cooperazione e Diplomazia Popolare ente socio del CESC Project nasce nel 2008 dall’evoluzione dell’Associazione Noi ragazzi del Mondo costituitasi nel 1997.
La sua mission si concentra sull’interscambio tra giovani del nord e del sud del mondo valorizzandone il protagonismo e attivando forme di cooperazione paritarie.
Dopo aver concentrato le sue attività su interscambi e diffusione culturale sono state attivate progettualità con il Brasile, la Tanzania, l’Ecuador e la Bolivia.
Gondwana vuole essere “minoranza attiva” in grado di promuovere un nuovo approccio alle relazioni tra i popoli: la diplomazia popolare.
Diplomazia Popolare è una forma di dialogo interculturale tra cittadini, persone comuni, dal basso.

È l’idea forza che la “relazione” attraverso il dialogo e la conoscenza reciproca può costituire una fonte illimitata di arricchimento sociale, culturale e uno strumento essenziale per la risoluzione di conflitti, lo sviluppo dei popoli e per la costruzione di una cultura di pace.