SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA DI INTERVENTO “2023 Cooperazione E Sviluppo Rurale In Ecuador E Bolivia”

 

TITOLO DEL PROGETTO: SEMINANDO COMUNITÀ

 

 SETTORE E AREA DI INTERVENTO:

Il progetto è rivolto a piccoli produttori rurali, alle loro famiglie e alle comunità indigene o marginalizzate dell’Ecuador, supportando interventi di sviluppo rurale e comunitario in 4 province: due sulla cordigliera andina, Cotopaxi e Bolívar e due province amazzoniche, Napo e Orellana. Le 4 sedi di riferimento del progetto sono: Latacunga (Cotopaxi), Guaranda (Bolívar), Tena (Napo) e El Coca (Orellana).                

Inserito nel programma SCU “2023 Cooperazione e sviluppo rurale in Ecuador e Bolivia”, basa la sua azione per il conseguimento dei seguenti OSS:

-Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile;

-Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo e che interviene a favore di popolazione povera rurale dei Paesi coinvolti.

DURATA DEL PROGETTO: 12 mesi

 

CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO E PRESENTAZIONE ENTI DI ACCOGLIENZA:

COTOPAXI

La Provincia è caratterizzata dall’ecosistema del Páramo con una discontinuità del paesaggio e per altitudini che variano dai 2.900 ai 5.897 m.s.l.m. La popolazione rurale è pari al 70%. La popolazione femminile che abita nelle aree rurali è di 164.494 (2020), per lo più dedita alla produzione agricola per l’autoconsumo, ragione per cui i diritti delle donne sono considerati una priorità in questo territorio. La popolazione indigena della provincia di Cotopaxi rappresenta il 22% sul totale ed abita prevalentemente le aree rurali, essa è ufficialmente rappresentata da un solo popolo, i Panzaleo della Nazionalità Kichwa. La popolazione afro-ecuadoriana della provincia pari all’1,27% è situata in prevalenza nelle aree urbane. La percentuale di analfabetismo è del 13,6% per la popolazione di età superiore ai 15 anni. Infine, secondo i dati dell’ENEMDU – INEC 2012, la povertà per reddito nella provincia di Cotopaxi è del 44% e la povertà estrema del 23,2%.

BOLIVAR

La Provincia si estende per 3.953 Km2, è l’unica della sierra che ha zone adatte all’agricoltura e all’allevamento tipiche sia delle zone andine che della costa, grazie alla diversità climatica. Nel settore agricolo è rilevante la produzione di grano, patate, orzo, mais, canna da zucchero, caffè, banane, verdure, alberi da frutto. Esiste un’area forestale di pino ed eucalipto, sfruttata dall’industria del legno. Le attività di allevamento sono aumentate grazie alle grandi estensioni dei pascoli. In quest’area di particolare rilevanza è il settore estrattivo, poiché la provincia è ricca di materie prime. Metà della popolazione della regione vive nel Cantone di Guaranda, lo stesso in cui si concentrano le azioni del progetto, e il 74% della sua popolazione vive in zone rurali. La zona presenta indici di povertà molto elevati acutizzandosi nelle aree rurali. La scolarizzazione della popolazione del Cantone è di 6.9 anni per le donne e di 7.8 anni per gli uomini, evidenziando una differenza tra i generi che diventa ancora più accentuata se guardiamo ai tassi di analfabetismo che sono del 22% per le donne e del 13% per gli uomini.

NAPO

Il 65% della provincia di Napo è ricoperto da foreste autoctone, habitat di una grande diversità di specie di flora e fauna endemiche, molte delle quali attualmente minacciate; queste foreste si trovano principalmente all’interno dei territori ancestrali indigeni, aree protette, zone di conservazione del programma nazionale “Sociobosque” o del patrimonio forestale demaniale. Il 20% è ricoperto da vegetazione arbustiva ed erbacea, che corrisponde principalmente all’ecosistema paramo, situato nella zona occidentale e dove si trovano le principali sorgenti d’acqua che riforniscono diversi settori urbani come Quito e Latacunga. Il 13% del suolo della provincia è dedicato ad attività produttive, principalmente pascoli, monocolture (cacao, mais, caffè, naranjilla, etc) e sistemi agroforestali. Nella provincia esistono 18 ecosistemi dominanti, alcuni dei quali classificati come altamente fragili a causa della deforestazione che ha portato alla riduzione dei servizi ecosistemici tra i quali stoccaggio del carbonio, disponibilità di habitat, approvvigionamento idrico. Più di 50 specie di flora e fauna sono considerate vulnerabili o a rischio di estinzione a causa dello sfruttamento indiscriminato delle foreste e la mancanza di alternative di produzione sostenibile. Negli ultimi anni le foreste tropicali dell’Amazzonia ecuadoriana hanno subito una forte riduzione e frammentazione a tal punto che, nella provincia di Napo, tra il 1990 e il 2018, sono stati disboscati circa 1.974,91 ha/anno e attualmente 30.814,37 ha sono considerati di altra priorità per interventi di restauro eco sistemico. L’intervento antropico ha trasformato sostanzialmente il paesaggio per far spazio all’allevamento bovino estensivo, a coltivazioni commerciali molto spesso intensive che degradano ulteriormente i già fragili suoli amazzonici, alle miniere e alla estrazione di idrocarburi.

Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo svuotamento delle campagne a causa della bassa produttività del suolo e dei prezzi eccessivamente bassi dei prodotti agricoli. Questa tendenza sta provocando la perdita dell’identità culturale delle popolazioni native e l’aumento della vulnerabilità ambientale: coltivazioni commerciali hanno soppiantato quelli tradizionali, causando la perdita di varietà autoctone e minacciando la sovranità alimentare della popolazione locali

ORELLANA

La provincia è caratterizzata da una composizione della popolazione prevalentemente rurale la quale si identifica per lo più come meticcia (57,5% nel 2010). Seguono gli indigeni con il 31,8% e gli afro-ecuadoriani con il 4,9%, mentre i bianchi rappresentano il 4,4%. La maggioranza della popolazione indigena appartiene a una delle tre etnie principali: Kichwa, Shuar e Waorani. Nella provincia di Orellana, l’85% della popolazione (al 2010) viene classificata come povera. La situazione diventa più allarmante quando si osserva la popolazione in condizioni di estrema povertà (38%). La produzione agricola è ritenuta di grande importanza commerciale a livello locale e nazionale, ed è una delle principali attività generatrici di reddito per le famiglie di piccoli e medi produttori della provincia, tuttavia è caratterizzata da una bassa resa dei terreni coltivati.

Criticità rilevate e aspetti da innovare:

I principali bisogni delle popolazioni che vivono nelle zone di intervento del progetto sono relazionati alla mancanza dei servizi di base, ad una bassa qualità della produzione agricola, un difficile accesso alle risorse finanziarie, fonti di lavoro e mezzi di produzione insufficienti e poca incidenza a livello politico; oltre alla scarsa capacità di organizzazione, protezione e valorizzazione della cultura e dell’ambiente naturale.

Il progetto intende quindi intervenire per innovare il contesto di riferimento attraverso:

  • il sostegno a comunità di piccoli produttori agricoli, con una particolare attenzione alle minoranze etniche (indigeni e afro-ecuadoriani), alle donne e ai giovani che vivono nelle comunità rurali e nelle periferie;
  • il rafforzamento delle attività produttive delle famiglie di contadini e delle associazioni rurali su aspetti di progettazione, comunicazione e marketing, supportando le attività in ciascuna fase della catena di valore: produzione, trasformazione e commercializzazione;
  • la promozione e la progettazione di attività di conoscenza delle culture locali e di turismo comunitario;
  • attività di sensibilizzazione e promozione di modelli di produzione e consumo sostenibili, e di buone pratiche di protezione dell’ambiente.

ENTI DI ACCOGLIENZA:

  1. FEPP – Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio

È una delle maggiori ONG ecuadoriane. Nata nel 1970, è una fondazione civica con finalità sociali, senza scopo di lucro. É nata dall’ispirazione suscitata dall’Enciclica PopulorumProgressio, con spirito ecumenico, che aveva l’obiettivo di creare un “fondo comune” per assistere i poveri e per promuovere uno “sviluppo solidale dell’umanità”. Il FEPP è stato riconosciuto dalle Istituzioni, iniziando dal ministero degli Interni dell’Ecuador, come ente di pubblica utilità, lavorando a fianco di uomini e donne contadini, indigeni, afro-ecuadoriani, montubios, meticci, popolazione urbana marginale e poveri. Supporta gli sforzi di questi gruppi sociali per il miglioramento organizzativo ed educativo, l’accesso alle risorse finanziarie, nella possibilità di impiego e nell’utilizzo dei mezzi per la produzione, la trasformazione, la commercializzazione, la salvaguardia ambientale, l’uguaglianza di genere, la partecipazione alla vita politica, il benessere e contribuendo così a condizioni di vita più umane. Nel corso della sua storia ha raggiunto circa 140.000 famiglie e più di 550.000 persone.  

Lavora da decenni nel credito per i piccoli produttori senza garanzie, per il riscatto delle loro terre ancestrali, ha sviluppato metodologie produttive diffuse (quali l’agroecologia, il biologico) o da lui stesso create (come il SIPAS -Sistema agropecuario produttivo integrale e sostenibile -, che esclude le monocolture e che promuove già da un decennio). Supporta gli sforzi dei gruppi sociali per il miglioramento organizzativo ed educativo, l’accesso alle risorse finanziarie, nella possibilità di impiego e nell’utilizzo dei mezzi per la produzione, la trasformazione, la commercializzazione, la salvaguardia ambientale, l’uguaglianza di genere, la partecipazione alla vita politica, il benessere e contribuendo così a condizioni di vita più umane. Nel corso della sua storia ha raggiunto circa 140.000 famiglie e più di 550.000 persone.

  1. FUNDER – Escuela de Formación

Approvata dal Ministero dell’Educazione nel 2003 come centro occupazionale, nel 2009 viene riconosciuta come Fondazione Educativa. Promuove la formazione di oltre 3.000 giovani all’anno. Il 60% dei partecipanti ottiene un lavoro retribuito presso imprese familiari o comunitarie.

Le sue linee d’azione sono:

  • Agricoltura e allevamento.
  • Amministrazione aziendale.

Si è specializzata in corsi a distanza sullo sviluppo locale e l’economia popolare e solidale. Vuole promuovere una scuola e un istituto a distanza per gli emigranti ecuadoriani. Ha uffici aperti in Spagna, Italia e Belgio.

  1. CAMARI – Comercializadora solidaria

Organizzazione che cura la commercializzazione e l’esportazione dei prodotti per conto del Grupo Social FEPP. Nata all’inizio degli anni ’80, Camari ha aperto negozi (tiendas) in varie città dell’Ecuador e nel 1991 ha costituito un sistema centralizzato di gestione dei punti vendita e di sostegno ad altre tiendas non socie. La vendita nei canali del commercio equo e solidale è iniziata nel 1986 con l’artigianato e si è poi estesa agli alimentari nel 1996. Camari sostiene i produttori in tutte le loro attività offrendo un collegamento diretto al mercato senza intermediari. Permette l’accesso al mercato internazionale e promuove pratiche etiche e sostenibili nella produzione e nella vendita. Fa parte della rete di altromercato, impresa sociale e principale realtà di Commercio Equo e Solidale in Italia.

  1. INBAR – International Bamboo and Rattan Organization

È un’organizzazione intergovernativa che promuove lo sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale utilizzando bambù e rattan. Attualmente è composto da 46 Stati membri ed ha cinque uffici regionali in Camerun, Ecuador, Etiopia, Ghana e India.

Dal 2020 INBAR sta implementando il progetto “Innovación y promoción del bambú a través de procesos de investigación-acción para una agricultura resiliente en Colombia, Ecuador y Perú” conosciuto con il nome corto “Bambuzonía” e cofinanziato da IFAD (International Fund for Agricultural Development).

In Ecuador il progetto si sviluppa nelle province amazzoniche di Napo, Pastaza e Morona Santiago ed ha come obiettivo generale aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici dei piccoli produttori rurali attraverso sistemi diversificati di produzione, utilizzo e vendita di bambú e prodotti derivati, come risorsa forestale alternativa, frutto di una gestione sostenibile del bosco invece che del disboscamento indiscriminato.

I beneficiari di questo progetto in Ecuador sono attualmente più di 700 famiglie di piccoli agricoltori di comunità rurali e indigene, con particolare attenzione alle donne e i giovani, e circa 200 tecnici di governi locali e organizzazioni. I siti di intervento sono stati selezionati in base agli indicatori di povertà.

Nel 2022 INBAR implementa il progetto “Restauración Biocéntrica en Territorios Indigena” finanziato da FAO Roma, che mira a fornire supporto alle popolazioni indigene di 4 comunità della provincia di Napo per ripristinare e conservare i loro territori applicando un mix di nuove tecnologie con conoscenze e pratiche ancestrali (restauro biocentrico), che permettono loro di utilizzare e conservare i loro territori in modo sostenibile. I processi di restauro e conservazione sono guidati dalle stesse popolazioni indigene, secondo la loro dieta e sistema tradizionali di gestione del territorio.

Nella regione amazzonica INBAR ha esperienza nella formazione dei produttori sulla gestione sostenibile del bambù, l’incorporazione di pratiche climaticamente intelligenti, la propagazione del bambù per la creazione di frange di protezione lungo le rive dei fiumi, ripristino e conservazione di pendii erosi e recupero di terreni degradati con bambú sfruttando la sua rapida crescita, l’apporto di materia organica che ne migliora la fertilità, e lo sviluppo dei rizomi che rompono la compattazione del suolo e ne migliorano la porosità.

L’apertura di strade può essere gestita con l’inserimento di specie di bambù che generano barriere frangivento e creano corridoi biologici, riducendo gli effetti negativi che l’apertura delle strade genera per la biodiversità locale.

Nell’ambito del presente progetto il partner INBAR, sarà impegnato nell’attività riguardanti per le sedi ecuadoriane:

  1. sensibilizzazione verso la sostenibilità ambientale;
  2. rafforzamento di reti locali;
  3. approfondimenti sulle cause dei conflitti ambientali e possibili soluzioni, in particolare grazie all’uso del bambù
  4. prevenzione e gestione dei conflitti generati dall’apertura delle strade e dal loro impatto sulla biodiversità

OBIETTIVO DEL PROGETTO:

Miglioramento della situazione di vita di famiglie e comunità contadine e di piccoli produttori delle comunità indigene di 4 province dell’Ecuador.

Il progetto intende realizzare tale obiettivo attraverso azioni di:

  • sostegno a comunità di piccoli produttori agricoli e promozione di modelli sostenibili di produzione;
  • supporto alle associazioni rurali su aspetti di comunicazione e marketing e promozione di modelli sostenibili di consumo;
  • promozione della cultura locale, delle lingue ancestrali e del turismo su base comunitaria;
  • promozione di una agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

RUOLO ED ATTIVITÁ DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

AZIONE 1: SOSTEGNO A COMUNITÀ DI PICCOLI PRODUTTORI AGRICOLI E PROMOZIONE DI MODELLI DI PRODUZIONE SOSTENIBILI

ATTIVITÀ

  • Supportare i tecnici del FEPP e INBAR nelle attività di implementazione dei progetti in corso (workshop, riunioni, eventi, raccolta di dati).
  • Accompagnare i beneficiari nelle attività di raccolta, immagazzinamento e conservazione dei prodotti.
  • Accompagnare i tecnici del FEPP, INBAR e FUNDER nelle attività di supporto alle organizzazioni di contadini (modelli di gestione, analisi dei dati ecc.).
  • Supportare i tecnici del FEPP e INBAR nelle fasi di identificazione e formulazione di nuove proposte progettuali (ricerca di bandi, stesura dei progetti, raccolta di dati).

TUTTE LE SEDI.

AZIONE: 2 SUPPORTO ALLE ASSOCIAZIONI RURALI SU ASPETTI DI COMUNICAZIONE E MARKETING E PROMOZIONE DI MODELLI SOSTENIBILI DI CONSUMO

ATTIVITÀ

  • Supportare i tecnici del FEPP, INBAR e di CAMARI nella raccolta di contenuti, dati, elementi culturali, dettagli sui prodotti da diffondere o da commercializzare.
  • Sopportare i tecnici del FEPP e INBAR nella realizzazione e gestione di siti web e social network (Facebook, Instagram, Twitter).
  • Supportare i tecnici del FEPP, INBAR e di CAMARI nell’elaborazione di volantini, brochure, loghi, etichette.
  • Supportare i tecnici del progetto nella realizzazione e organizzazione di riunioni, manifestazioni ed eventi.

TUTTE LE SEDI.

AZIONE 3: PROMOZIONE DELLA CULTURA LOCALE, DELLE LINGUE ANCESTRALI E DEL TURISMO SU BASE COMUNITARIA

ATTIVITÀ

  • Aiutare i tecnici del progetto nell’organizzazione degli scambi di esperienze tra organizzazioni rurali che svolgono attività di turismo comunitario.
  • Sostenere le attività di promozione, diffusione, e miglioramento delle realtà di turismo comunitario.
  • Sostenere le organizzazioni coinvolte dal progetto nel disegno di nuovi sentieri naturalistici.

PREVALENTEMENTE NELLE SEDI DI: EL COCA, GUARANDA E LATACUNGA.

AZIONE 4: PROMOZIONE DI UNA AGRICOLTURA SOSTENIBILE E RISPETTOSA DELL’AMBIENTE

ATTIVITÀ

  • Partecipare a riunioni comunitarie per diffondere colture biologiche e di qualità
  • Supportare i tecnici del FEPP e INBAR nella preparazione e gestione di eventi di sensibilizzazione su tematiche ambientali.

TUTTE LE SEDI.

SEDI DI SVOLGIMENTO:

Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia

SEDE DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO IN ITALIA

INDIRIZZO SEDE

CODICE SEDE

N. OP. VOLONTARI

Gondwana Associazione di Cooperazione e Diplomazia Popolare

Via Appia Nuova 985, 00178 Roma

214644

10

 

Sedi di attuazione del progetto all’estero

 

SEDE DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO ALL’ESTERO

INDIRIZZO

PAESE

CODICE SEDE

N. VOLONTARI

Gondwana Tena

Via a Muyuna km. 7 – 150101 Tena

Ecuador

214638

2

Gondwana El Coca

Monsenor Alejandro Labacca snc – El Coca

153348

3

Gondwana Guaranda

Convencion de 1884 106 – Guaranda

153350

2

Gondwana Latacunga

5 de Junio 5719 -Latacunga

153353

3

POSTI DISPONIBILI, VITTO E ALLOGGIO E RELATIVE MODALITA’:

Gli operatori del servizio civile saranno ospitati in strutture gestite e organizzate in forma di comunità di convivenza, arredate nello stile e nelle caratteristiche delle abitazioni locali, vicine alle sedi di servizio. Il vitto verrà fornito presso la sede dove si realizzano le attività previste oppure preparato in autonomia presso la sede di alloggio.

EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI:

Mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri in Italia degli operatori volontari

Disponibilità ad un periodo di circa 11 mesi di permanenza all’estero.

Sono previsti due periodi di permanenza dei volontari nella sede del progetto in loco intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica di avvio progetto la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo di permanenza è di circa tre/quattro mesi.

Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana

Tramite e-mail, Skype, WhatsApp, telefonia fissa e mobile. Nelle sedi degli enti attuatori all’estero è presente la connessione ad internet. Lo sviluppo capillare della telefonia mobile, con 4 operatori che operano sul tutto il territorio nazionale, garantisce ormai una copertura pressoché totale anche in zone lontane dai centri abitati e la possibilità di accedere agevolmente anche alla linea internet

Eventuali particolari condizioni ed obblighi degli operatori volontari

Per acquisire tutte le informazioni aggiornate e necessarie per compiere una valutazione adeguata e consapevole sulle caratteristiche del progetto per cui si sta presentando la propria candidatura, è importante per il candidato prendere contatto con gli enti attuatori, soprattutto nel periodo di apertura del bando per la presentazione delle candidature, informandosi in ordine a: 

– tempistiche previste per avvio del progetto, partenza verso il paese estero, rientro di verifica intermedio; 

– eventuali condizioni per l’ingresso nel paese estero (passaporto, vaccinazioni obbligatorie…);

– documentazione che si renderà necessaria alla richiesta di visto di ingresso/permanenza nel paese laddove previsto (ad esempio certificati penali -casellario giudiziale e carichi pendenti- con esito nullo); 

– condizioni di servizio presso la sede estera collegate alle disposizioni comportamentali e di sicurezza dei Regolamenti interni predisposti dall’Ente, in raccordo con le indicazioni contenute nel Piano sicurezza finalizzato alla salvaguardia dell’incolumità dei volontari e del personale impiegato nel progetto;

– vaccinazioni e profilassi necessarie allo svolgimento delle attività previste presso le sedi ove richiesto;

– presentazione dei certificati penali (casellario giudiziale e carichi pendenti) con esito nullo se richiesti dalla normativa prevista e in essere per il personale coinvolto a qualsiasi titolo nelle attività presso le strutture degli enti partner locali in cui gli operatori volontari svolgono il servizio.   

Le particolari condizioni ed obblighi richiesti per l’espletamento del servizio sono connessi anche a eventuali specifiche e saltuarie attività progettuali e di partenariato descritte quali: impiego nelle altre sedi previste dal progetto comprese quelle degli enti partner, pernottamenti per specifiche attività, missioni o trasferimenti in altro comune o regione, flessibilità oraria, impegno nei giorni festivi per eventi associativi e/o comunitari, attività da remoto.

Il servizio avrà una continuità per tutto il periodo del progetto ad esclusione dei giorni di chiusura delle sedi, in aggiunta alle festività riconosciute. 

Laddove il numero dei giorni di chiusura della sede, in cui obbligatoriamente l’operatore volontario deve usufruire dei permessi fosse superiore ad un terzo del totale dei giorni di permesso a sua disposizione, nell’ambito delle attività previste dal piano di impiego, si adotterà una modalità e una sede alternativa per consentire la continuità dello svolgimento del servizio.

Nell’articolazione dell’orario di servizio di norma non è previsto il recupero di ore aggiuntive superiori a quelle giornaliere e settimanali previste. Nei casi eccezionali in cui questo dovesse verificarsi l’ente si attiverà per far “recuperare” le ore in più entro il mese successivo e senza che i giorni effettivi di permanenza presso la sede di servizio siano inferiori a quelli indicati in sede progettuale. 

L’orario di servizio viene stabilito dall’Ente di accoglienza in relazione alla natura delle attività previste dal progetto.

Nel pieno rispetto della normativa di riferimento, per una organizzazione ottimale del servizio, agli operatori volontari sono richieste le seguenti condizioni e disponibilità:

  • Disponibilità ad un periodo di circa 11 mesi di permanenza all’estero
  • Disposizione alla vita di comunità e alla condivisione e co-gestione dello spazio abitativo con gli altri volontari e operatori del servizio civile, alla preparazione comune dei pasti e alla pulizia degli ambienti personali
  • Stile di vita essenziale
  • Rispetto degli spazi messi a disposizione e richiesta di autorizzazione per eventuale uso di persone terze non appartenenti al progetto
  • Flessibilità negli orari di servizio e disponibilità, se necessario, a prestare il proprio servizio durante il fine settimana e/o giorni festivi, garantendo comunque i riposi settimanali previsti;
  • Disponibilità a studiare individualmente la lingua spagnola qualora non la si conosca a fondo 
  • Disponibilità a svolgere missioni anche in luoghi diversi dalla sede del servizio o fuori Regione
  • Disponibilità a seguire scrupolosamente le indicazioni dell’Ente in materia di prevenzione e sicurezza connesse alla partecipazione al progetto 
  • Predisposizione alle attività con l’utenza
  • Comportamento educato e rispettoso nei confronti dell’utenza e del contesto di svolgimento del servizio
  • Sottoscrizione e rispetto delle norme e indicazioni contenute nel Piano di sicurezza Paese e rispetto delle indicazioni impartite dai responsabili dei partner locali e dell’ente di attuazione, soprattutto in materia di prevenzione dei rischi
  • Sottoscrizione e rispetto degli eventuali Regolamenti interni predisposti dall’Ente
  • Comunicazione ai responsabili di qualsiasi tipo di spostamento dalla sede, oltre quelli programmati o previsti nelle attività di progetto
  • Particolare attenzione alla riservatezza riguardo le informazioni riguardante gli utenti di cui si dovesse venire a conoscenza nel contesto di servizio
  • Disponibilità a svolgere la formazione generale e/o specifica in modalità residenziale o remoto secondo le modalità previste dal progetto e dalle Disposizioni vigenti
  • Disponibilità, se in possesso di patente B, a porsi alla guida di automezzi appartenenti e/o a disposizione dell’ente di assegnazione, di sua proprietà o di terzi, per l’attuazione degli interventi previsti dal progetto e a rispettare l’automezzo utilizzato e il programma delle attività, gli orari e i percorsi senza nessun onere dei costi (benzina, parcheggi,…) o richieste di eventuali danni causati al mezzo utilizzato durante lo svolgimento del servizio
  • Rientro in Italia negli ultimi giorni di servizio e partecipazione alla valutazione finale del progetto

Particolari condizioni di disagio per gli operatori volontari

Elenchiamo alcuni possibili disagi: il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose; il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni ostacolare o/e ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali; il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti per prevenire rischi legati alla sicurezza pubblica e sanitaria. È buona prassi che i volontari seguano, in particolare nel tempo libero, comportamenti consigliati durante il percorso formativo (evitare di rientrare tardi la sera se si è da soli, esentarsi assolutamente dall’uso di droghe o alcool, non indossare abbigliamento di marca o portare oggetti preziosi, avere un comportamento sobrio nei rapporti interpersonali…).

Per la gestione delle spese comuni vige il principio del rispetto dei parsimoniosi standard di vita locali e del rifiuto del consumismo e dello spreco. Proprio in questa ottica ai volontari verranno proposte attività di manutenzione, riciclo e ristrutturazione dei beni comuni.

EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI:

No.

DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE:

I criteri di selezione sono pubblicati sul sito del CESC Project al link https://www.cescproject.org/main/2020/12/15/criteri-di-selezione/

CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI:

Le competenze degli operatori volontari verranno attestate utilizzando un “attestato specifico” rilasciato e sottoscritto da ente terzo ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DI BUSNELLI SALVI. L’attestato varrà rilasciato agli operatori ai volontari che completano il periodo del servizio civile universale o che ne abbiano svolto almeno il 75% e spetta, altresì, a coloro che hanno svolto un periodo di servizio civile pari ad almeno il 50% dei mesi complessivamente previsti e lo stesso sia stato interrotto dall’operatore volontario per documentati motivi di salute o per cause imprevedibili non a lui/lei imputabili.

In caso di svolgimento di un periodo di servizio civile inferiore alle soglie sopra descritte e allorquando il volontario abbia svolto i moduli di formazione generale e il modulo di formazione specifica relativo alla sicurezza ai sensi del d.lgs. 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i., l’ente, su richiesta dell’operatore volontario, attesterà il solo svolgimento della formazione stessa, senza rilasciare attestato o certificazione

FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

La durata della formazione sarà di 31 ore che saranno svolte in unica tranche, entro la prima metà del periodo di realizzazione del progetto.

La formazione generale può essere erogata anche nella forma on line per una percentuale del 50% delle ore previste, in modalità sincrona e asincrona (senza che la formazione asincrona superi il 30% delle ore totali previste in modalità on line).

FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

L’attività in presenza costituirà almeno il 70% della modalità utilizzata e il resto delle ore potrà essere erogato in modalità FAD così come previsto dalle Linee guida per la formazione generale e specifica delle operatrici volontarie e degli operatori volontari in Servizio Civile Universale e per la formazione delle formatrici e dei formatori del 31 gennaio 2023.

Resta altresì inteso che gli enti sono organizzati per svolgerla anche secondo quanto previsto dalla Circolare del 31 gennaio 2023 recante “Disposizioni per la redazione e la presentazione dei programmi di intervento di servizio civile universale – Criteri e modalità di valutazione” e cioè con il criterio che “la percentuale della formazione erogata on line in modalità sincrona e in modalità asincrona non potrà superare complessivamente il 50% del totale delle ore previste, tenendo presente che la modalità asincrona non può mai superare il 30% del totale delle ore previste”.

Proponendo il progetto, inoltre, si aderisce alle disposizioni sperimentali e transitorie in base a cui potrà essere svolta la formazione a distanza (FAD) in modalità totalmente asincrona, per le seguenti casistiche:

  1. per le azioni di recupero della formazione in caso di assenze giustificate con un numero non superiore a 3 OV per sede;
  2. per le azioni di recupero della formazione in favore di tutti i subentranti che oggettivamente non abbiano potuto partecipare alla formazione rispetto alla tempistica di subentro in relazione al calendario degli appuntamenti formativi;
  3. per l’erogazione del solo modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego di operatori volontari di servizio civile universale.

Moduli della formazione e loro contenuti con l’indicazione della durata di ciascun modulo

I moduli della formazione specifica, verranno erogati alle/agli operatrici/operatori volontarie/i, in doppia tranche con il 70% delle ore entro 90 giorni dall’avvio del servizio ed il restante 30% delle ore entro il terzultimo mese.

MODULI FORMATIVI E CONTENUTI FORMATIVI

Modulo

Contenuti formativi

Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento (8h)

‐       Aspetti storici e culturali, la mission, la rete di relazioni sul territorio

‐       Approfondimento degli strumenti e delle attività di avvio progetto: l’equipe multidisciplinare, le modalità di coordinamento, lo staff operativo, le attività di kick off e di networking, gli stakeholder.

‐       L’organizzazione del lavoro, delle attività e dei servizi e i progetti in corso di realizzazione

‐       Compiti e funzioni dell’Ente, l’organizzazione del lavoro, delle attività e dei servizi, progetti in corso di realizzazione, la rete di collaborazioni e enti partner di progetto SCU

Modulo 2: Il ruolo e le competenze dell’Operatore volontario nella sede di servizio e nel progetto (20h)

‐       Presentazione dei ruoli, comprensione del proprio lavoro e individuazione delle priorità di intervento.

‐       Gestione delle relazioni interpersonali con colleghi, utenti e destinatari.

‐       Modalità di fruizione dei servizi e di utilizzo degli spazi e degli strumenti a disposizione del progetto

‐       L’apporto degli operatori volontari nella relazione con contadini, donne e popolazioni originarie

‐       L’apporto degli operatori volontari nella realizzazione delle attività previste dal progetto negli uffici del partner locale, visite alle comunità, uscite sul campo

‐       Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio.

‐       Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari

Modulo 3: Conoscenza dell’utenza e/o destinatari: caratteristiche generali e aspetti specifici (20h)

–     Gli interventi a favore di contadini, donne e popolazioni originarie

–     Le strutture e i servizi rivolti ai contadini, donne e popolazioni originarie

– Analisi dei bisogni, le risorse interne e le criticità nell’ambito dello sviluppo rurale, inclusione sociale di persone in stato di fragilità, percorsi di socializzazione e mediazione

– La creazione e gestione di percorsi di inserimento, professionale e lavorativo

– Strumenti e metodi di intervento per l’inclusione e lo sviluppo rurale

– Le attività di sensibilizzazione e coinvolgimento con gli utenti e/o dei destinatari

– La gestione delle informazioni sull’utenza ed elementi normativi su privacy e riservatezza

– Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio.

‐       Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari

–     Modulo 4: Tecniche, metodi e strumenti specifici dell’intervento con contadini, donne e popolazioni originarie (20h)

–     Tecniche e metodologia del lavoro con contadini, donne e popolazioni originarie

–  Personalizzazione del percorso di accoglienza

–  Caratteristiche degli interventi personalizzati, individualizzati, di gruppo, laboratoriali

–  metodologie e strumenti di progettazione, attuazione monitoraggio e valutazione degli interventi

–  strumenti di valutazione per misurare l’efficacia e l’impatto del progetto personalizzato sugli obiettivi di vita della persona

–  Fondamenti di sviluppo rurale e antropologia

–  Il lavoro di équipe e in team in relazione con gli utenti delle aree di intervento

–  Interventi formativi di precisazione e attualizzazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni formativi espressi dagli operatori volontari nel corso dello svolgimento del servizio.

Interventi formativi di adeguamento e/o integrazione dei contenuti del modulo a seguito dei bisogni emersi da nuove esigenze espresso dall’utenza e/o dai destinatari

Modulo 5: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile (4 h) anche in forma asincrona

–   La normativa in Italia sulla sicurezza (D.Lgs 81/2008): ruoli, funzioni, prassi

–   I rischi generici comuni connessi a tutte le attività di progetto

–   I rischi specifici connessi ai luoghi di lavoro in cui è svolta l’attività, secondo il Documento di valutazione dei rischi dell’organizzazione

–   La sicurezza come processo di miglioramento continuo

–   Vincoli normativi come opportunità e non come freno per il processo lavorativo

–   I principali rischi presenti nelle attività di progetto (rischi tipici di settore/dimensione)

–   Elementi di valutazione dei comportamenti: fattori ambientali e fattori individuali

–   Percezione del rischio e propensione al rischio

–   Le ricadute applicative e organizzative della valutazione del rischio

La gestione delle emergenze e delle criticità

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO CUI FA CAPO IL PROGETTO:

 

TITOLO: 2023 Cooperazione e sviluppo rurale in Ecuador e Bolivia

 

OBIETTIVI AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE:

  • OBIETTIVO 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
  • OBIETTIVO 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA:

Recupero e valorizzazione delle piccole comunità e sviluppo di quelle rurali anche attraverso l’utilizzo degli strumenti dell’agricoltura sociale.

PER INFORMAZIONI 

E-mail: estero@cescproject.org 

Sportello telefonico Infobando: 

Dal Lunedì al Venerdì: 9.30 – 13.00

14.00 – 17.00

Tel: +39 3516881486