Ecuador    

SCHEDA ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ASSOCIATO AL PROGRAMMA

UNA SOMMA DI PICCOLE COSE

 

SETTORE E AREA DI INTERVENTO: Settore: G – Promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.

Area: 4 – Cooperazione allo sviluppo, anche con riferimento alla promozione della democrazia partecipativa e ai settori dell’assistenza, del patrimonio culturale, dell’ambiente e dell’aiuto umanitario alle popolazioni vittime di catastrofi.

 

DURATA DEL PROGETTO: 12 MESI            

 

CONTESTO SPECIFICO DEL PROGETTO:

Il progetto Una somma di piccole cose si realizzerà nella Repubblica dell’Ecuador.

Si rivolge a minori in situazione di marginalità, spesso appartenenti alla popolazione migrante e/o rifugiata proveniente da Colombia o Venezuela.

Si realizzerà nella città di Ibarra (al nord del paese, vicino al confine con la Colombia), sede Gondwana FCC 193915. Il partner locale è la Fundaciòn Cristo de la Calle, con trentennale esperienza in accoglienza di minori.

Interviene per supportare e favorire processi di apprendimento, accoglienza, salvaguardia e professionalizzazione per l’occupabilità dei giovani in uscita dalle case famoglia.

CONTESTO TERRITORIALE E AREA DI INTERVENTO

Ibarra è il capoluogo della Regione Imbabura (Provincia nella suddivisione territoriale dell’Ecuador). È situata al nord del paese, non distante da Quito (119 km di panamericana) e dal principale Aeroporto del paese, il Mariscal Sucre (114 km) e a solo 70 km in linea d’aria dal confine con la Colombia.

Ibarra è situata ai piedi del vulcano Imbabura, sulla riva sinistra del fiume Tahuando.-

Con 131.856 abitanti ufficiali ma si arriva a 181.175 se vi aggiungiamo migranti e stranieri in processo di legalizzazione (censimento del 2010 dall’Istituto Nazionale di Statistica e Censimento), Ibarra è una città con una realtà sociale eterogenea, dove si possono trovare meticci, indigeni e afro-ecuadoriani, una caratteristica rara nella regione della Sierra.

A questo panorama complesso si aggiunge la massiccia presenza di migranti e richiedenti asilo colombiani, circa 50.000 e l’arrivo, negli ultimi anni sempre più numeroso, di venezuelani in fuga dal paese di origine a causa della forte crisi. La città, vivace ogni giorno della settimana, è considerata il centro economico, educativo e scientifico del nord dell’Ecuador.

Ibarra geograficamente è divisa in 5 zone: Vulcano Imbabura, lago di Yahuarcocha, Massiccio Floral, la CampiñaIbarreña e la Pianura di Caranqui.

Come il resto del Paese la città affronta numerosi problemi che interessano i gruppi meno integrati nella comunità: le disuguaglianze sociali, la violazione dei diritti umani, le difficoltà di accesso ai servizi primari, la criminalità. Le difficoltà del contesto rendono ancor più fragili le condizioni di vita delle fasce più vulnerabili della popolazione, esponendo a maggiori rischi proprio coloro che avrebbero bisogno di maggior protezione: minori e migranti.

Più in generale il progetto interviene sull’intera Regione dell’Imbabura, che conta 398.224 abitanti su un territorio di 4.600 kmq, dei quali il 52,7% residenti in aree urbane e il 47,7 in zone rurali. Dal censo del 2010 le persone si autopercepiscono come meticci per 65,7%, indigeni per il 25,8%, afroecuadoriani per il 5,4% e bianchi per il 2,7%. Se ne deduce una gran percentuale di persone che si riconoscono nei popoli originari e una minoranza riferita ai bianchi di origine europea.

Gli indicatori sociali della stessa Regione (INEC 2020), mettono in evidenza il miglioramento avvenuto negli ultimi anni ma, allo stesso tempo, gli alti indici di povertà (ancora al 54,2%) e di analfabetismo (10,6% con percentuali del 13,4% per le donne) ancora presenti nella regione.

Le zone rurali raggiungono picchi di indici di povertà preoccupanti, molto più alti di quelli rilevati nelle zone urbane. Ancora c’è molto da fare sul fronte dell’accesso ai servizi.

Criticità evidenziate sui minori di età

Rispetto al compimento del Primo Obiettivo degli SDGs secondo stime di CEPAL e UNICEF (2010), la povertà riferita al reddito nell’infanzia e nell’adolescenza raggiunge il 50,4%, vale a dire che 1 bambino su 2 vive sotto la soglia di povertà. La povertà riferita al reddito infantile arriva al 42% per la popolazione afro discendente e al 25% per i meticci, dato rilevante considerando che la percentuale maggiore di bambini e adolescenti nel paese sono meticci (71%), l’8% sono indigeni, il 7% afro discendenti e il 6% bianchi. Questo dimostra quanto bambini e adolescenti siano più vulnerabili e meno in grado di accedere ai loro diritti. Inoltre, 1 donna su 5 e 1 uomo su 10 hanno subito violenza sessuale nell’infanzia (fonte: Alianza para la Prevención de la Violencia). Secondo i dati INEC (2016) in Ecuador la percentuale di gravidanze precoci di bambine tra i 10 e i 14 anni, dal 2,1% nel 2007 è salita al 3,1% nel 2015 e tra le principali cause spicca la violenza sessuale che la maggior parte delle volte si verifica nel contesto familiare o da parte di persone conosciute dalle minori. Solo il 10% di tali vittime ha il coraggio di denunciare e riceve poi una protezione (Servicio de Atención Integral de la Fiscalia), mentre il resto dei casi rimangono nascosti per paura di giudizi e minacce o impuniti per non essere credute. Nel 2018, nella regione Imbabura, solo il 53% dei parti realizzati da madri adolescenti minori di 15 anni hanno dato alla luce bambini nati vivi (Registro Estadístico Nacidos Vivos).

L’Osservatorio dei diritti dei bambini e degli adolescenti (Odna) stima che 4 su 10 bambini ricevono maltrattamenti dai loro genitori, e nel caso delle popolazioni indigene, questa proporzione arriva a 5 su 10. Inoltre, 3 bambini su 10 sono trattati con violenza dal loro insegnante e 7 su 10 soffrono di violenza tra pari a scuola.

Con riferimento al Secondo Obiettivo degli SDGs, il 24% dei bambini minori di 5 anni soffrono di denutrizione cronicae più della metà dei bambini tra i 6 e gli 11 mesi soffrono di anemia (63,9%) (OSE, 2019) Inoltre il 92,5% di bambini e adolescenti non possiedono alcun tipo di assicurazione sanitaria.

Tre minori su 10 non vivono con i loro genitori in casa e il 12% di bambini e adolescenti non condivide il tempo con i familiari. Questo dato e la necessità di arrestarlo vanno nella direzione degli obiettivi a breve termine del progetto.

Secondo l’ODNA poi, il lavoro minorile è un dato che riguarda il 13% dei bambini e degli adolescenti, il dato arriva al 40% nel caso delle popolazioni indigene e il 4% della popolazione di bambini e adolescenti tra i 5 e i 14 anni non accede all’educazione basica.

Tutti i dati sottolineano la necessità di un intervento a favore della restituzione dei diritti per i bambini, bambine e adolescenti.

In particolare nella regione di Imbabura, dove opera Gondwana insieme alla Fundación Cristo de la Calle che gestisce le tre case famiglia dove presteranno servizio gli operatori di servizio civile, secondo il Monitoraggio CESC Project /Gondwana effettuato nel 2016 all’avvio dei progetti, si rileva una scarsa presenza di strutture di accoglienza necessarie, di molto inferiore alla domanda richiesta. La situazione si è andata aggravando negli anni seguenti, fino alla crisi legata al COVID -19 del 2020 che le indebolisce ancora di più.

Nelle strutture gestite, che ad oggi accolgono quasi 40 minori, gli operatori locali non hanno la possibilità di soddisfare, quantitativamente e qualitativamente, tutti i bisogni dei minori accolti per migliorare la loro vita,considerando che nei periodi in cui le attività quotidiane non sono supportate da alcuna presenza volontaria il rapporto operatore/minore è di 1 a 7.

La migrazione proveniente da Colombia e Venezuela

La fragilità della popolazione in età non adulta è aggravata, come detto, se bambine/i e adolescenti appartengono ad etnie minoritarie e se provengono da nuclei familiari di migranti e/o rifugiati. Il fenomeno è di particolare rilevo in Imbabura per la sua vicinanza al confine con la Colombia. Oggi si contano su tutto il territorio nazionale circa 70.000 rifugiati legalmente riconosciuti. Mentre le domande ricevute dal governo ecuadoriano in tema di rifugio ammontano a 175.000, si contano ogni mese circa 900 nuove domande (dati UNHCR e Ministerio del Exterior y Movilidad Humana 2014). Attualmente l’Ecuador accoglie rifugiati provenienti da più di 70 paesi, ma circa il 98% dei richiedenti asilo è di origine colombiana e venezuelana (Ministerio de Relacciones Exteriores, 2020). Nonostante negli ultimi due anni la percentuale maggiore di questa cifra provenga soprattutto dal Venezuela (61%), la percentuale di richiedenti asilo a cui viene riconosciuto la stato di rifugio continua a essere per il 97% colombiana. La frontiera tra la Colombia e l’Ecuador è segnata in particolare dalla violenza derivante dalla massiccia presenza nelle Province colombiane di Putumayo e Nariño di gruppi legati alla guerriglia, trafficanti di droga e paramilitari, che generano situazioni di conflitto armato dando luogo a gravi violazioni dei diritti umani (perdita di mezzi di sussistenza, persone scomparse, vittime di mine antipersona, reclutamento forzato di minori, leader di movimenti sociali o di organizzazioni per i diritti umani minacciati e uccisi). Nonostante gli Accordi di pace firmati all’Havana nel 2016, con circa 1000 persone al mese che attraversano il confine, il flusso migratorio dalla Colombia verso l’Ecuador continua ad essere il più rilevante del continente.

All’importante flusso dei colombiani si affianca negli ultimi anni e in quantità sempre maggiore il flusso migratorio proveniente dal Venezuela. Alcune delle più autorevoli Ong che lavorano sulla frontiera tra Ecuador e Colombia, Colectivo Atopia, Croce Rossa Ecuatoriana, la Coalición por las Migraciones y el Refugio y la Misión Scalabriniana, JRS Servicio Gesuita a Refugiados, dichiarano che solo nei mesi di luglio e agosto 2017, dalle rilevazioni fatte nel passaggio di Rumichaca, al confine tra Ecuador e Colombia, si registrano dalle 300 alle 400 richieste giornaliere di ingresso da parte di venezuelani, arrivando a picchi di 700 persone al giorno che cercavano di varcare il confine in modo legale e non. Di questa imponente mole di migranti e rifugiati una percentuale di circa il 30/40% è costituita da minori di età che arrivano già vittime di violenze, abusi, condizioni di vita carenti dei diritti basilari (UNHCR Ecuador, 2018). 

DESTINATARI

I destinatari del progetto sono fasce della popolazione più vulnerabile presenti nel territorio della Provincia di Imbabura, nello specifico: minori abbandonati, orfani o con famiglie disgregate o genitori detenuti o a cui sono stati violati i loro diritti fondamentali.

In una percentuale che varia tra il 40 e il 60% essi appartengono a famiglie di migranti, richiedenti asilo e rifugiati provenienti dalla vicina Colombia o dal Venezuela; tra il 30 e il 50% a famiglie di afrodiscendenti o popolazione nativa indigena.

Il presente progetto interviene per ridurre il gap che esiste tra la richiesta tra il bisogno di aiuto e la capacità degli enti locali e altri attori di soddisfare i bisogni della fascia di popolazione più vulnerabile e favorire il sostegno diretto alle attività promosse dagli enti partner locali attraverso l’impiego di 4 volontari del programma di Servizio Civile Nazionale di supporto alle attività per i seguenti 80 bambine/i e adolescenti, accolti presso le strutture o i programmi operativi nella città di Ibarra e gestiti da Gondwana e dalla Fundaciòn Cristo de la Calle.

Sono quindi 80 i  destinatari diretti del progetto, minori e adolescenti, tra gli 0 e i 17 anni in particolari situazioni di disagio, senza famiglia, con famiglie a rischio, provenienti da nuclei di migranti o rifugiati o da gruppi etnici minoritari, che saranno accolti nelle tre Case Famiglia e/o inseriti nel programmi statali in cui è coinvolta la Fondazione.

Beneficiari indiretti

  • le famiglie dei minori che potranno ricevere un supporto o un accompagnamento specifico a seconda dei casi
  • i referenti dei servizi sociali territoriali, e in particolari i tutori dei minori che potranno beneficiare di risorse di intervento aggiuntive all’interno del processo di welfare locale;
  • il personale docente delle scuole frequentate dai minori e gli altri stakeholder della formazione (centri di formazione professionale, aziende presso cui si svolgono stage e tirocini) poiché si avvarranno di un migliore e più efficace coordinamento degli interventi;
  • gli operatori dei servizi della Fondazione, e in particolare il personale educativo, in quanto potranno contare su un valido supporto umano ed organizzativo alle proprie attività di progettazione e implementazione di interventi educativi per i minori.

In totale si stima un numero di beneficiari pari a circa 500 persone. 

PRECEDENTE ESPERIENZA DELL’ENTE PRESSO CUI SI REALIZZA IL PROGETTO NEL PAESE

GONDWANA ha una lunga esperienza di interscambio e progettualità con l’Ecuador iniziata negli anni ’90, in particolare all’epoca grazie al suo nucleo di soci fondatori che collaboravano con la Comunità di Capodarco e la ONG CICa (Comunità Internazionale di Capodarco). Con la costituzione dell’Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo nel 1997, ha continuato negli anni a tessere relazioni e favorire interscambi. In particolare tra il 1998 e il 2001 si intensifica la cooperazione attraverso un progetto plurisettoriale portato avanti insieme alla CICa – Comunità Internazionale di Capodarco,

Negli ultimi anni la presenza di Gondwana in Ecuador è stata costante, in particolare con il suo contributo per la selezione di volontari inviati nel paese, per l’ospitalità in Italia e lo sviluppo di progetti di cooperazione.

Dal 2012 con la rete di realtà locali, costituitasi negli anni di attività sul territorio, si inizia a lavorare a ulteriori progettualità multi-settoriali capaci di rispondere ai nuovi bisogni rilevati – come la presenza di rifugiati in fuga dal conflitto della vicina Colombia, implementando le azioni di GONDWANA in Ecuador, e degli enti con cui collabora.

A fine 2015 è iniziato poi un progetto di Cooperazione Decentrata triennale, “Con i piedi nella terra. L’agricoltura sociale per i minori a rischio”, per l’autofinanziamento di Cristo de la Calle e l’inserimento al lavoro, in ambito rurale, dei giovani in uscita dalle Case famiglia, cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Trento. Attualmente sono già attive: la produzione di cacao e caffè biologici, le piante da frutta, l’allevamento di mucche, vitelli e polli, l’avvio di un polo eco-turistico, per l’inserimento socio-lavorativo dei giovani in difficoltà. Nel 2017 l’8Xmille della Chiesa Valdese ha approvato un cofinanziamento per un progetto di cooperazione di Gondwana per supportare le attività di sviluppo rurale, realizzato tra fine 2017 e il 2018.

A metà del 2018 è iniziato un ulteriore progetto di sviluppo rurale triennale (2018-2021), tuttora attivo, “Tierra, trabajo y pan”, cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Trento che interviene in 3 delle Province del presente progetto (Imbabura, Carchi, Chimborazo).

Negli anni sono state programmate azioni di interscambio e di ricerca a favore di realtà contadine e volte allo sviluppo di progettualità di cooperazione decentrata e di progetti di Servizio Civile con il FEPP, una delle più grandi Ong dell’Ecuador.

Esperienza nel Servizio civile e il volontariato in Ecuador

Nel 2016 sempre Gianni Tarquini, accompagnato da Raffaella Nucci (selettrice e formatrice accreditata del CESC Project) è tornato in Ecuador per una missione di due mesi, propedeutica all’arrivo dei primi volontari di Servizio Civile e funzionale alla conoscenza dei partner locali dei futuri progetti di Servizio Civile.

Nel settembre 2016 sono stati avviati i primi due progetti di SC “Bambini Liberi ai piedi delle Ande” e “Gente Sentipensante”, conclusi nel settembre 2017, a cui hanno partecipato 8 volontari per andare incontro alle necessità riscontrate nella gestione delle Case Famiglia della Fondazione Cristo de la Calle nella sede di Ibarra.

Nel giugno 2017 è stato avviato il progetto sperimentale di Corpi Civili di Pace insieme al CESC Project e in co-progettazione con FOCSIV “Camminiamo insieme: percorsi di reinserimento sociale per i rifugiati colombiani vittime di violenza”, a cui hanno partecipato 6 operatori CCP, 2 ad Ibarra, impiegati presso gli enti locali per offrire maggiori servizi, in termini di qualità e quantità, ai rifugiati colombiani e più in generale ai richiedenti asilo e migranti in condizioni di vulnerabilità, attraverso la collaborazione con la Fondazione Cristo de la Calle e Gondwana in Ecuador. Tra il 2019 e il 2020 un altro contigente di CCP è stato inviato in Ecuador, 2 di essi gestiti da Gondwana ad Ibarra.

Nell’agosto 2017 Gondwana ha organizzato un campo di lavoro nel paese, “Tutti i colori dell’Ecuador”, con l’obiettivo di promuovere l’educazione allo sviluppo e alla pace tra le giovani generazioni attraverso la conoscenza dei nostri progetti sul campo. 

Nel settembre 2017 sono stati avviati i due nuovi progetti di Servizio Civile “Dalle Ande all’Amazzonia” e “Una casa alla metà del mondo” attraverso i quali sono stati inviati 16 volontari a supporto delle attività dei nostri partner locali in diverse aree del paese: Ibarra, Guaranda, Coca, Lago Agrio. Sempre a supporto della Fundación è partito un terzo contingente, a gennaio 2018 con il progetto “Comunità Resilienti”. A gennaio 2019 sono stati avviati i progetti: “Un granito de arena”, con 8 giovani, e “Educazione e sviluppo rurale tra le Ande all’Amazzonia” (con il FEPP), con 12 giovani. Durante gli ultimi mesi (febbraio e marzo 2020) sono partiti altri 22 giovani operatori, che interverranno nelle sedi del FEPP attraverso i progetti “Con los pies en la tierra” (16 volontari) e “Practicando solidaridad” (8 volontari) e altri 10 che supporteranno altri partner nel paese (progetto “Mano a mano”).

Gondwana, oltre all’esperienza consolidata in Ecuador e nelle Province d’intervento, collabora fin dalla sua fondazione con il CESC, e dal 2008 direttamente progetti di Servizio Civile in Brasile, dal 2009 in Argentina, dal 2012 in Tanzania, dal 2016 in Uruguay e in Ecuador, dal 2017 in Bolivia. In America Latina ha inoltre ulteriore esperienza decennale in progetti di volontariato e cooperazione internazionale nei settori dell’educazione, promozione culturale e sviluppo rurale. Nel continente africano Gondwana ha realizzato un progetto di riabilitazione comunitaria, tra il 2012 e il 2015 in Tanzania nella Regione di Njombe.

PARTNER ESTERI

Gondwana ha sempre dedicato tempo e risorse alla costruzione di reti locale capaci di condividere, favorire e sostenere la realizzazione delle azioni dei progetti di Servizio Civile e più in generale la cooperazione nei territori. Di seguito gli enti partner del presente progetto. Tutti essi già cooperano con Gondwana, o con il suo partner principale, in altre attività ed hanno dimostrato disponibilità e spirito di collaborazione.

 

PARTNER PRINCIPALE: Fundación Cristo De La Calle

La Fundación Cristo De La Calle è un’associazione riconosciuta dai Ministeri per la Politiche sociali e Giustizia dell’Ecuador è attiva nella provincia di Imbabura dal 1993, con priorità di intervento verso i minori a rischio e le loro famiglie. Ha realizzato accordi con lo Stato ecuadoriano aderendo a programmi pubblici, a cui ha fatto seguito il riconoscimento di alcune metodologie da essa stessa applicate.

Fonda il proprio intervento sulle seguenti azioni:

  1. Intervenire a favore di bambini, bambine e adolescenti e le loro famiglie a rischio, attraverso la fornitura di supporto, servizi, infrastrutture, risorse umane, tecniche e finanziarie.
  2. Incoraggiare le Istituzioni, sia del settore pubblico che privato, a includere nei loro programmi e attività una maggiore attenzione ai bambini e alle loro famiglie a rischio.
  3. Sensibilizzare, coinvolgere e collegare il lavoro delle istituzioni di settore con i soggetti privati.
  4. Cercare finanziamenti in ambito nazionale e internazionale al fine di garantire la sostenibilità dell’organizzazione e dei suoi progetti e programmi.

Nel corso degli anni ha accolto e supportato circa 2.000 bambine/i e adolescenti e 5.000 famiglie.  Da settembre 2016 ad oggi, ha ospitato in totale 28 giovani in Servizio Civile con 6 progetti, e 4 Corpi Civili di Pace. Ha rapporti di collaborazione con GONDWANA da decenni e rapporti come partner progettuale dal 2015.

ALTRI PARTNER

FEPP -Grupo Social Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio, Il FEPP opera da cinquant’anni nelle realtà comunitarie, contadine, indigene e afrodiscendenti locali e nello specifico, nella sede regionale di Ibarra.

UNHCR (Ufficio di Ibarra responsabile per tutto il nord dell’Ecuador) – Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, offre orientamento e supporto nell’assistenza legale a richiedenti asilo per il riconoscimento dello status migratorio e nei casi più estremi la possibilità di viaggiare a un paese terzo per ricevere protezione nel caso in cui non sia possibile riceverla in Ecuador; coordina alcune aree di intervento della Fondazione Cristo de la Calle e di Gondwana Ecuador e per il presente progetto: segnala tutti i casi nei quali i minori, non accompagnati o figli di richiedenti asilo e/o rifugiati, richiedano un’attenzione specifica per ciò che attiene alla vulnerabilità dei loro diritti o nel caso in cui arrivino nel paese non accompagnati o vengano abbandonati;  Supporta le pratiche degli stessi per rintracciare i genitori e per eventuali possibili ricongiungimenti.

MIES – Ministerio de Inclusion Economica y Social, è l’entità pubblica che coordina le politiche sociali a favore dei minori, collabora con gli enti attuatori sul territorio, e quindi anche al presente progetto, contribuendo alle spese di una parte del personale dipendente della Fondazione Cristo de la Calle ai costi di gestione delle case famiglia.

SERVICIO JESUITA A LOS REFUGIADOS – è una ONG internazionale specializzata nell’accoglienza di migranti e rifugiati.

MUNICIPALIDAD DE IBARRA – Partner storico di Gondwana e di Cristo de la Calle per l’intervento a favore dei minori,

COSDHI – Corporación de Solidaridad y Derechos Humanos de Imbabura, organizza su tutto il territorio nazionale, e lo farà anche per il presente progetto, laboratori formativi per gli operatori degli enti attuatori sul territorio sul tema della protezione dei diritti umani fondamentali sia per minori che per persone migranti, anche in collaborazione con la RADH (Rete Americana per i Diritti Umani).

FUDELA – Fundación De Las Americas, presente da più di 15 anni in Ecuador e in 6 differenti province, si occupa di sviluppare attività di integrazione tra i giovani ecuadoriani e la popolazione migrante (colombiana e venezuelana) attraverso laboratori artistici e lo sport come metodologia di formazione integrale. Integrerà alcuni dei giovani destinatari del progetto.

 

OBIETTIVO DEL PROGETTO:

Favorire l’inclusione sociale e il rispetto dei diritti per 80 minori in stato di fragilità della Provincia dell’Imbabura

I risultati attesi possono essere riassunti con l’aumento dei minori accolti ed accompagnati e con il miglioramento dei servizi rivolti agli 80 minori destinatari del presente intervento (a livello quantitativo, vedi gli incrementi percentuali), attraverso azioni di:

  • Supporto per l’inserimento nelle scuole primarie e secondarie esterne dei minori e dei ragazzi accolti nelle Case Famiglia;
  • Incremento delle attività di laboratorio, di doposcuola e corsi per tutti i bambini inseriti nei programmi della Fondazione e aperte a minori del territorio;
  • Incremento di attività ludiche e sportive;
  • Supporto alle attività di prevenzione e cura della salute psicoaffettiva e fisica e di integrazione sociale dei bambini e degli adolescenti accolti;
  • Supporto al programma di professionalizzazione, inclusione lavorativa e microimprenditorialità

Grazie al progetto il miglioramento a favore dei destinatari si focalizzerà sulle criticità riscontrate, interverrà su azioni già attivate incrementandone la quantità e, di conseguenza, migliorandone anche la qualità.

 

ATTIVITÁ D’IMPIEGO DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

I volontari svolgeranno un ruolo di supporto, affiancando gli operatori locali in tutte le attività previste dal progetto (vedi cronogramma del precedente capitolo). A tutti i volontari in servizio verrà chiesto di vivere la vita e le esperienze all’interno delle sedi di servizio nel pieno rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali. I volontari avranno, pur nella divisione dei compiti, spazi di incontro mensili e settimanali, di scambio e di verifica periodici

La tabella illustra le attività degli operatori volontari del SCU

ATTIVITÁ DEL PROGETTO

Attività previste per i giovani dello SCU

Accompagnamento nelle scuole per l’entrata e l’uscita dei bambini.

Accompagnamento fisico, a piedi o con mezzi pubblici o predisposti dall’equipe di lavoro per portare o andare a prendere i bambini a scuola dalle o verso le Case famiglia.

Incontri di verifica con maestri, professori, psicologi delle scuole frequentate.

Riunioni periodiche (settimanali e mensili) per ricevere indicazioni, orientare l’intervento e monitorare le attività di servizio. I primi incontri saranno fatti insieme alle educatrici o le psicologhe, una volta che i volontari si saranno ambientati e inseriti nell’ambiente saranno realizzati dagli stessi che poi riferiranno al personale tecnico della Fondazione.

Riunioni con l’equipe del progetto

Incontri sull’andamento scolastico, sullo stato emotivo e comportamentale sia a scuola che nelle Case famiglia, per orientare l’attività pedagogica delle Case famiglia.

Incontri con genitori e attività sociali legate ad aventi specifici o alla frequenza scolastica.

I civilisti parteciperanno all’organizzazione e agli incontri periodici, alle attività sociali con i genitori dei compagni di classe dei bambini accolti nelle strutture.

Sostegno per compiti scolastici e recupero delle materie.

Supporto pomeridiano e nei periodi di vacanza per il corretto svolgimento dei compiti scolastici.

Realizzazioni di n. 12 corsi pomeridiani a scelta tra quelli di: lingua straniera(italiana o inglese), supporto informatico, attività ludicoartistiche; foto-video; chitarra; danza; interculturalità.

Realizzazione di n. 6 Corsi che gli stessi ragazzi delle Case Famiglia sceglieranno insieme ai volontari e all’equipe tra lingua italiana, supporto informatico, attività artistiche; lingua inglese; foto-video; chitarra; danza; interculturalità. I corsi saranno inseriti all’interno della metodologia pedagogica già utilizzata dalla Fondazione Cristo de la Calle e realizzati in coordinamento con il personale della stessa.

Accompagnamento nei soggiorni con pernottamento fuori dalle strutture ospitanti, come da programmazione delle attività, durante le vacanze o le escursioni nei fine settimana

I civilisti supporteranno l’equipe delle Case famiglia nell’organizzazione e realizzazione di escursioni con pernottamenti. L’attività prevede che anche campeggi; i civilisti pernotteranno insieme ai minori accolti.

Accompagnamento ad eventi del territorio

I civilisti decideranno insieme ai minori accolti e alle educatrici se partecipare ad eventi culturali, sportivi, feste, della città e del territorio. Si prenderanno poi cura dell’organizzazione delle uscite.

Realizzazione di feste ed eventi presso le Case famiglia

Verranno supportate l’ideazione e la realizzazione di attività ludiche nelle Case famiglia, invitando compagni di scuola, amici, vicini.

Accompagnamento alle visite mediche e di controllo e fisioterapie per disabili

Accompagnamento alle visite mediche e, laddove risulti utile o necessario, raccolta delle indicazioni rilasciate dai medici.

Supporto attività quotidiane di cura e igiene di minori

Supporto alle educatrici della casa famiglia nella preparazione delle attività quotidiane dei bambini più piccoli e nell’organizzazione scolastica, sportiva, contatti con amici e familiari degli altri accolti. Sostegno alle mansioni domestiche quotidiane, nella preparazione dei pasti, nel riordino delle stanze, nel risveglio e nel riposo.

Aiuto nella realizzazione degli esercizi riabilitativi e dei corretti comportamenti assegnati ai ragazzi nella vita comune

Affiancamento all’assistente sociale e all’educatrice nel realizzare, a casa e nella vita quotidiana, le indicazioni e i comportamenti indicati dal personale medico, terapisti, psicologi ecc.

Supporto all’organizzazione di iniziative di integrazione sociale: escursioni, visite culturali per la conoscenza del territorio

I civilisti supporteranno l’equipe delle Case famiglia nell’organizzazione e realizzazione di  escursioni, visite culturali di conoscenza del territorio visite didattiche, passeggiate

Supporto all’organizzazione corsi di orientamento e/o laboratori (2) e stesura CV

Supporto all’organizzazione corsi di orientamento e stesura CV.

Supporto all’organizzazione e ricerca di corsi professionali e/o di aggiornamento

Supporto all’organizzazione e ricerca di corsi professionali e/o di aggiornamento, iscrizione a corsi o Università

Accompagnamento nelle pratiche per  l’avvio di attività microimprenditoriali e gruppi di risparmio e credito.

I civilisti accompagneranno i giovani più grandi, vicini o già entrati nella maggiore età, già inseriti nel processo di “autonomia” e “sgancio” dalle Case famiglia nella realizzazione di piccoli studi di mercato, valutazione su costi e rischi, possibilità di credito, recupero della documentazione necessaria, per avviare attività in proprio. Altra opzione sono in gruppi di risparmio per creare una cassa comune dove attingere, a turno, a un credito, sempre per avviare attività produttrici di reddito. Anche in questo caso i civilisti accompagneranno il processo.

 

SEDI DI SVOLGIMENTO

Sede di attuazione del progetto di appoggio in Italia

Sede di attuazione del progetto in Italia

Indirizzo Sede

Codice Sede

n. op. volontari

Gondwana Roma

Via Lungro 1, Roma

193910

4

 

Sedi di attuazione del progetto all’estero

Sede di attuazione del progetto all’Estero

Indirizzo Sede

Codice Sede

n. op. volontari

Gondwana Ibarra FCC

Maldonado y Guillermina Garcia 14-119 – IBARRA

193915

4

 

POSTI DISPONIBILI, SERVIZI OFFERTI:

Il progetto prevede 4 posti con vitto e alloggio.

L’alloggio è in una casa in possesso di Gondwana perfettamente arredata, progettata per essere destinata all’accoglienza dei volontari che possono usufruire, quindi, di una cucina autonoma. E’ confortevole e offre diverse camere da letto con 3 bagni, una sala da pranzo, una saletta per l’ufficio, una cucina, un patio e un giardino.

La casa è provvista di WiFi che garantisce l’accesso a internet costantemente e inoltre risulta essere sicura grazie ad una  recinzione che si sviluppa lungo tutto il perimetro dell’edificio.

Inoltre è da sottolineare che è ubicata in maniera che i volontari possono spostarsi in maniera agevole con i mezzi pubblici,  trovandosi in un quartiere ben servito da autobus e raggiungibile con i taxi.

All’interno di queste strutture vengono anche ospitati altri volontari provenienti sempre dall’Italia o da altri paesi europei.

 

EVENTUALI PARTICOLARI CONDIZIONI ED OBBLIGHI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI:

Giorni di servizio settimanali ed orario

Il servizio si articolerà su 5 giorni la settimana per complessive 1145 ore di servizio

Numero di mesi di permanenza all’estero, modalità e tempi di eventuali rientri

Sono previsti almeno 10 mesi di permanenza all’estero, strutturati in due periodi di permanenza dei volontari nelle sedi del progetto all’estero intervallati da un rientro in Italia necessario per la verifica della prima fase del progetto, per la programmazione della seconda e per realizzare le attività di sensibilizzazione in Italia previste dal progetto. Compatibilmente con la tempistica di avvio progetto la prima partenza è prevista entro il primo mese dall’inizio del progetto e il primo periodo di permanenza è di circa tre/quattro mesi.

Modalità e mezzi di comunicazione con la sede italiana

La comunicazione con la sede italiana sarà garantita tramite telefonia fissa e mobile, e-mail e Skype. Nelle sedi è presente la connessione ad internet.

Eventuali particolari condizioni ed obblighi

Le attività del progetto prevedono orari flessibili, trasferimenti e a volte pernottamenti in sedi decentrate, spesso rurali, per accompagnare i minori accolti. I giorni di attività sono 5 a settimana, dal lunedì al venerdì, ma i turni prevedono la disponibilità al servizio nei sabato, domeniche e nei giorni festivi, giorni in cui maggiormente i minori accolti nelle Case famiglia hanno bisogno di accompagnamento.

Nel pieno rispetto della normativa di riferimento, per un’organizzazione ottimale del servizio, agli operatori volontari potrebbero essere richieste le seguenti condizioni e disponibilità:

  • Flessibilità oraria dei turni di servizio;
  • Guida degli automezzi messi a disposizione dell’ente per chi è in possesso di patente, corredata di patente internazionale;
  • Disponibilità, se necessario, di prestare il proprio servizio durante il fine settimana e/o giorni festivi, garantendo comunque i riposi settimanali previsti;
  • Disponibilità ad effettuare servizi e/o trasferimenti e/o periodi di soggiorno fuori sede, in accordo e debitamente autorizzati dal DPGSCU, in occasione di eventi e laboratori sul campo;
  • Rispetto degli usi, dei costumi e della cultura locali;
  • Stile di vita essenziale;
  • Disposizione alla vita di comunità (co-gestione dello spazio abitativo, preparazione dei pasti, pulizia degli ambienti personali) anche con i locali.

Particolari condizioni di disagio

Non sono state riscontrate particolari situazioni di disagio per i volontari. Per promuovere e favorire un’esperienza di vita comunitaria, è previsto che condividano la casa e vengano alloggiati in stanze multiple. Il vitto viene preparato collettivamente, tuttavia è possibile seguire diete o alimentazioni particolari in quanto nelle città sedi di progetto è commercializzato qualsiasi tipo di prodotto, alimentare o di altro genere. Per la gestione delle spese comuni vige il principio del rispetto dei parsimoniosi standard di vita locali e del rifiuto del consumismo e dello spreco. Proprio in questa ottica ai volontari verranno proposte attività di manutenzione, riciclo e ristrutturazione dei beni comuni. il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose;

Il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni ostacolare o/e ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali.

Il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti per prevenire rischi legati alla sicurezza pubblica e sanitaria, con particolare riferimento al contesto caratteristico della frontiera nord dell’Ecuador, molto vicina alla città di Ibarra sede del presente progetto.

La maggior parte dei rischi sono facilmente ridimensionabili se si considera che nello svolgimento delle attività previste dal progetto, i volontari saranno costantemente affiancati dal personale locale.

Rischi di microcriminalità

Nonostante la situazione politica dell’Ecuador sia caratterizzata da una sostanziale dose di stabilità, è sempre alta l’allerta per la presenza della criminalità comune ed organizzata soprattutto nelle grandi città e nelle zone turistiche, così come nelle regioni confinanti con la Colombia. Si tratta di aree lontane dalle sedi di servizio civile per cui sono necessarie particolari precauzioni soprattutto durante viaggi e spostamenti.

Rischi legati alla criminalità organizzata

A partire dal 2017, con il processo di pace in corso in Colombia e la smobilitazione di gruppi paramilitari e guerriglieri, si è accentuata la tensione in alcune aree al nord del Paese (San Lorenzo nella provincia di Esmeraldas, alcune comunità di Sucumbios, e del Carchi), dove si riscontra la presenza di gruppi armati. La zona a rischio è comunque fuori dalle aree di intervento del progetto e gli operatori in servizio nel paese saranno accuratamente avvisati del pericolo delle aree indicate.

Rischi ambientali

L’Ecuador è un Paese ad alto rischio sismico. Una scossa di terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter ha colpito il 16 aprile 2016 la zona costiera centrale dell’Ecuador. Nei mesi successivi lo sciame sismico ha continuato ad interessare il Paese.

Le attività eruttive dei vulcani Guagua Pichincha, Reventador, Cotopaxi e Tungurahua sono sotto costante monitoraggio.

Per quanto riguarda il servizio che dovranno svolgere gli operatori volontari e il loro luogo di residenza, non sono state riscontrate particolari situazioni di disagio. Per promuovere e favorire un’esperienza di vita comunitaria, è possibile che condividano la casa con dei referenti locali o equipe del progetto e che vengano alloggiati in stanze multiple; il vitto viene preparato collettivamente o nelle case dove i volontari sono alloggiati, tuttavia è possibile seguire diete o alimentazioni particolari in quanto nelle città sedi di progetto è commercializzato qualsiasi tipo di prodotto alimentare o di altro genere. Per la gestione delle spese comuni vige il principio del rispetto dei parsimoniosi standard di vita locali e del rifiuto del consumismo e dello spreco. Proprio in questa ottica ai volontari verranno proposte attività di manutenzione, riciclo e ristrutturazione dei beni comuni. Il collegamento internet è presente in tutte le sedi ma non sempre garantisce una navigazione particolarmente veloce. La sede del progetto si trova sulle Ande, oltre i 2.000 metri, ma con lavoro, e in alcune occasioni pernottamento, anche in zone subtropicali All’altitudine indicata si potrebbero riscontrare alcune difficoltà di adattamento fisico e di affaticamento derivante dalla minore presenza di ossigeno nell’aria. In questo senso si chiede di fare attenzione se si avessero problemi di tipo digestivo e soprattutto di circolazione sanguigna.

Eventuale assicurazione integrativa

Il progetto non prevede un’assicurazione integrativa.

  

EVENTUALI REQUISITI RICHIESTI:

Requisiti che favoriranno un andamento efficace dell’esperienza:

  • Conoscenza essenziale della lingua spagnola o facilità nell’apprendimento delle lingue, con particolare riferimento a quelle neo-latine.
  • Esperienza e/o predisposizione ed interesse alla vita in comune ed allo svolgimento anche di compiti semplici e umili (lavoro di campo in ambito agricolo, artigianato, gastronomico, preparazione pasti).
  • Capacità di adattamento in ambienti e culture diverse.
  • Comprovate attitudini e/o pregresse esperienze nell’area dell’animazione di minori e della prevenzione del disagio minorile o titoli di studio o esperienze formative certificate attinenti l’ambito dell’assistenza e animazione bambini/e, adolescenti e giovani. Auspicabile facilità nell’uso del computer e dei programmi di maggior uso.

Per poter svolgere le attività previste, in ragione dei requisiti richiesti per l’ingresso nel Paese, delle sedi di attuazione nonché delle caratteristiche dei destinatari, non si può escludere che, sia prima dell’avvio che durante il servizio civile, gli operatori volontari impegnati in questo progetto, si debbano sottoporre necessariamente a vaccinazione anti COVID-19. 

 

DESCRIZIONE DEI CRITERI DI SELEZIONE:

La selezione dei candidati avverrà per titoli e colloquio. A tal fine è stata predisposta una scala di valutazione in 100 centesimi, di cui: 40 punti attribuibili in base ai titoli posseduti e 60 punti attribuibili in base ai risultati del colloquio.

La soglia minima per l’idoneità è di 36/60 al colloquio, dunque un punteggio inferiore corrisponde alla non idoneità al progetto.

Per il dettaglio dei punteggi consulta i Criteri di selezione del sistema accreditato

  

CARATTERISTICHE COMPETENZE ACQUISIBILI:

Attestazione/certificazione delle competenze in relazione alle attività svolte durante l’espletamento del servizio tramite attestato specifico.

L’attestato indicherà le competenze che il volontario ha avuto l’opportunità di maturare durante lo svolgimento del servizio, attraverso la realizzazione delle attività peculiari che lo hanno visto impegnato nell’ambito del progetto cui è stato assegnato.

 

FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

Metodologia:

Le metodologie privilegiate sono riconducibili alle dinamiche non formali, alle lezioni frontali e alla formazione a distanza. La finalità è quella di favorire il coinvolgimento dei giovani e un loro attivo ed efficace apprendimento.

Il giovane viene invitato a vivere una esperienza dove la dimensione formativa emerge dalla pratica quotidiana e pertanto anche la formazione generale, della durata di 30 ore, si configura come una formazione attiva e di carattere laboratoriale ed esperienziale, incentrata sul sapere, saper essere e saper fare degli operatori volontari.

Sede di realizzazione

Roma, Via Lungro 1 – Via Siderno 1

Moduli della formazione

“Valori e identità del SCU”

  • L’identità del gruppo in formazione e patto formativo
  • Dall’obiezione di coscienza al SCN e al SCU
  • Il dovere di difesa della Patria – Difesa civile non armata e nonviolenta
  • La normativa vigente e la Carta di impegno etico

“La cittadinanza attiva”

  • La formazione civica
  • La solidarietà e le forme di cittadinanza
  • La protezione civile
  • La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

“Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”

  • Presentazione dell’ente
  • Il lavoro per programmi d’intervento/progetti
  • L’organizzazione del servizio civile universale e le sue figure
  • Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile
  • Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

FORMAZIONE SPECIFICA DEGLI OPERATORI VOLONTARI:

Sede di realizzazione

Roma: Via Lungro 1 – Via Siderno 1 – Via Amantea 51, e presso la sede di attuazione del progetto

Moduli della formazione

Modulo 1: Presentazione dell’Ente: organizzazione e funzionamento

Modulo 2: Il ruolo del volontario in Servizio civile nel progetto 

Modulo 3: Tecniche di animazione e di comunicazione interpersonale 

Modulo 4: Le caratteristiche della multifunzionalità nello sviluppo locale 

Modulo 5: Tecniche di progettazione e implementazione di piani e programmi di lavoro 

Modulo 6: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego degli operatori volontari in progetti di servizio civile universale 

Durata72 ore.

 

TITOLO DEL PROGRAMMA CUI FA CAPO IL PROGETTO:

INCLUSIONE, EDUCAZIONE E SVILUPPO RURALE IN ECUADOR

 

OBIETTIVO/I AGENDA 2030 DELLE NAZIONI UNITE

Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti

Obiettivo 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

 

AMBITO DI AZIONE DEL PROGRAMMA:

Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese

PER INFORMAZIONI 

E-mail: estero@cescproject.org 

Sportello telefonico Infobando: 

Lunedì – Mercoledì – Venerdì: 9.30 – 12.30

Martedì – Giovedì: 14.30 – 16.30

Tel: +39 3516881486