IL DISASTRO DI CHERNOBYL

Il 26 aprile, si celebra la Giornata internazionale in commemorazione del disastro di Chernobyl: una data di riflessione storica, che porta anche all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale i rischi legati all’energia atomica.

Un’esplosione nella centrale nucleare di Chernobyl, il 26 aprile del 1986, diffuse una nube radioattiva su vaste parti dell’Unione Sovietica colpendo pure l’Europa occidentale. Quasi 8 milioni e mezzo di persone furono esposte alle radiazioni, patendo conseguenze anche molto gravi.

La Giornata internazionale in commemorazione del disastro di Chernobyl è stata stabilita nel 2016 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite perché anche a molti anni di distanza dal disastro, continuano a essere gravi le conseguenze a lungo termine della catastrofe.

La tragedia di Chernobyl ha rappresentato una delle peggiori catastrofi nucleari della storia, uno dei più grandi disastri ambientali del pianeta, in cui la quantità di materiale radioattivo rilasciato è stato 500 volte quello della bomba di Hiroshima nel 1945.

Nei mesi successivi all’esplosione, moltissime persone tra vigili del fuoco, lavoratori e volontari vennero impiegati dall’Unione Sovietica per spegnere l’incendio, mettere in sicurezza l’area e costruire un sarcofago sopra il reattore esploso, con l’obiettivo di contenere le radiazioni ,a nonostante questo sforzo più di 130.000 persone furono evacuate dalle aree più prossime alla centrale e 200.000 vennero ricollocate successivamente.

Le autorità stimano che gli esseri umani non saranno più in grado di vivere in sicurezza in questo luogo per 24.000 anni e rimangono ancora pesanti le conseguenze, innanzitutto a livello sanitario, con diverse incognite da risolvere. Ad esempio, il numero totale di morti e di persone colpite da cancro dalle radiazioni.

Da alcuni anni, la zona rossa intorno all’ex reattore nucleare è già comunque diventata meta di turismo, accogliendo persone dagli interessi differenti: appassionati di storia o semplicemente, curiosi di vedere un sito -fortunatamente- unico nel suo genere al mondo.

Oggi rimane come una città fantasma, un luogo che si è fermato da un giorno all’altro: case e scuole abbandonate, ospedali pieni di materiale già rovinato e strade totalmente deserte.

Chernobyl è anche diventato un santuario in cui la natura e la fauna selvatica hanno riconquistato i loro spazi. Accanto a loro, l’enorme arco d’acciaio che oggi copre il reattore numero quattro è diventato un simbolo della cooperazione internazionale: 26 paesi hanno finanziato il suo costo di 1.500 milioni di euro.

In occasione della giornata internazionale 2021 e in relazione al periodo storico che stiamo vivendo e alla pandemia del COVID 19 il segretario generale delle nazioni unite Antonio Gutiérrez ha condiviso un messaggio significativo sull’importanza della cooperazione dell’unione delle forze che negli anni ha permesso la ripresa degli stati dopo essere stati colpiti da avvenimenti tragici come appunto quello del disastro di Chernobyl.

 

Erick Cobena