Era l’estate del 2018 quando quattro milioni di euro di finanziamenti provenienti dalla Creative Europe aiutarono il programma internazionale quadriennale, creato con l’obiettivo di portare gli artisti disabili nel mainstream del teatro e della danza europea, ad andare avanti.
L’obiettivo del progetto Europe Beyond Access era quello di aiutare gli artisti disabili a superare le “vecchie barriere” dei settori del teatro e della danza contemporanea. Guidato dal British Council, il progetto prevedeva la collaborazione di sei partner provenienti da tutta Europa, tra cui spiccano il centro culturale Onassis della Grecia, l’Holland Dance Festival e il Per.Art della Serbia.
Oltre a creare collaborazioni con importanti organismi culturali e agenzie governative, questi partner sono stati i principali attori che hanno reso possibile la raccolta dei fondi necessari per il progetto.
Gli obiettivi del progetto includono:
- Sostenere gli artisti disabili per “internazionalizzare” il loro lavoro e le loro carriere.
- Sviluppare una rete di importanti organizzazioni tradizionali con l’impegno di presentare e commissionare il lavoro di artisti disabili al livello più alto.
- Costruire un pubblico europeo interessato al lavoro degli artisti disabili.
- Sviluppare strumenti pertinenti e comprensione nell’ampio mercato delle arti dello spettacolo.
- Attirare un maggiore pubblico disabile per il teatro e la danza.
Gli artisti che sono stati coinvolti nel progetto finora sono più di 900, con l’obiettivo di coinvolgere più di 70.000 persone a lavorare con loro. Inoltre, sono comprese nel progetto 14 commissioni di lavoro composte da artisti disabili, aziende guidate da disabili, cinque “laboratori artistici” internazionali e 21 festival.
Tutte le partnership del progetto hanno lavorato a stretto contatto con le organizzazioni specializzate nel settore culturale sia locale che nazionale, con l’intento di coadiuvarli nello sviluppo di capacità e nella distribuzione di kit di strumenti in sette lingue per attivare le migliori pratiche. L’impegno di ogni partner, sottoscritto nel 2018, è quello di aumentare del 30% la presenza di pubblico disabile.
Ben Evans, responsabile delle arti e delle disabilità per la regione dell’Unione europea, nell’ambito dell’approvazione del progetto ha dichiarato: “Siamo lieti che l’innovazione e l’eccellenza degli artisti disabili europei siano stati riconosciute dal programma Creative Europe”.
L’obiettivo del progetto era e resta quello di dimostrare al settore artistico europeo quanta strada stanno facendo gli artisti disabili, mettendo in essere innovazione ed eccellenza. “Molti artisti britannici contribuiranno al progetto” ha affermato Evans. “Attualmente però ci sono ancora delle barriere da superare, in modo che gli artisti disabili possano lavorare anche oltreoceano. In questo, l’Europa deve farsi promotrice”.
Ci sembrava opportuno evidenziare l’esistenza di questo progetto che parla di inclusione sociale e scambio culturale.
Scambio di idee che si tramutano in arte, il tutto visto da una prospettiva d’inclusione. D’altronde, lo scambio rappresenta una cessione reciproca e l’arte è la massima espressione di ciò.
L’artista cede, o meglio condivide, la sua arte. I fruitori di questa arte, a loro volta, cedono all’artista la propria attenzione e, talvolta, anche la loro emozione.
Non può esistere una forma di scambio più sublime e meglio espressa.
Seppur molto rallentato nel 2020 a causa della pandemia, il progetto è andato avanti e i promotori sperano che nei prossimi mesi si potranno recuperare le risorse perse in seguito alle varie restrizioni dovute al lockdown.
Tutti i partner parteciperanno ad una conferenza finale a Bruxelles nel giugno 2022, dove saranno presentati i risultati. A quel punto, si spera, che la conferenza potrà avvenire in presenza!
Noi ce lo auguriamo.